È questa l’altezza sufficiente (a volte basta meno) per creare una barriera architettonica, per costruire un recinto in cui segregare la disabilità, per creare una barriera relazionale, un distacco sociale.
Sembra una forzatura, un ingigantire il problema e forse una volta pensavo anch’io fosse così , ma invito chiunque non abbia “assaggiato” l’esperienza di farsi un giro in carrozzina di mettersi in gioco, di percorrere 100 metri della propria città in sella ad una 4 ruote a propulsione umana. Si capisco, non è una situazione semplice da poter ricreare, non è una situazione in cui ci s’imbatte tutti i giorni, allora va ricreata, va forzata, è questo che andrebbe fatto.
Ed è questo, che alcuni ragazzi hanno proposto nelle piazze della mia provincia, questi studenti della facoltà di psicologia di Cesena hanno deciso di creare “A Ruota Libera” un idea semplice e immediata ma, dall’impatto indelebile, un evento in cui li vede in piazza armati di una scuderia di carrozzine vuote pronte ad accogliere i passanti che vogliono mettersi in gioco e vedere la propria città da un’altra prospettiva, facendosi scarrozzare in un tour tra ciottolati sconnessi, finte rampe, negozi inaccessibili, insomma una città praticamente invivibile, perchè conoscere il problema è un conto, viverlo è tutta un altra storia.
Mettendomi in contatto con Chiara De Vecchi, porta voce del gruppo, conosco la loro storia che comincia dopo un incontro di sensibilizzazione sulle barriere architettoniche tenutosi in facoltà in cui hanno potuto loro stessi provare cosa vuol dire affrontare un luogo pubblico in carrozzina e da quel momento si sono attivati, autodeterminati e spontaneamente si sono uniti creando il progetto di ”A Ruota Libera” . Già da quel primo incontro si è deciso che poteva\doveva nascere una collaborazione tra loro e il Gruppo YOUNG della sezione AISM di Forlì-Cesena. ———————————————————————————–
E così è stato, poche settimane dopo il nostro, incontro precisamente il 26 Maggio, ci siamo ritrovati, i ragazzi di YOUNG e di A Ruota Libera in piazza a Forlì insieme in una nuova edizione dell’evento, (leggi l’articolo) per incontrare la città, far conoscere la realtà del problema delle barriere architettoniche e fare un po’ di cultura in merito.
Che giornata, lunghissima, piena d’energia e ricca di storie da raccontare e nuove esperienze da condividere. Alle persone che hanno provato il tour in carrozza veniva chiesto di rispondere a poche domande per raccontarci le loro impressioni. Il cambiamento del loro punto di vista si leggeva nei loro occhi, è stato radicale ed immediato, frasi del tipo “ragazzi mi avete aperto un mondo” oppure “sono indignata non immaginavo una cosa così” erano frequenti, la giornata si è chiusa con oltre 50 persone che hanno provato il giro in carrozzina e altrettanti questionari compilati, questo a dimostrazione che la forza dell’esperienza appena vissuta riempiva la mente di riflessioni che si volevano condividere.
Perché appena ci si mette a sedere e si percorrono i primi metri il distacco dalla vita a cui si è abituati è istantaneo, gli sguardi della gente, la poca cura e attenzione che si ha nei confronti dei disabili la costrizione a doversi fare aiutare, il disagio, la perdita di indipendenza e tanto altro, tutto questo a causa di uno scalino di troppo.
Probabilmente queste persone da quel momento in poi cambieranno il loro modo di vedere le cose e di concepire la disabilità. Si certo una piccola vittoria pensando alla popolazione di una città, ma i la Ciurma (come si definiscono i ragazzi di a ruota libera) è inarrestabili, le prime edizioni hanno avuto un eco nazionale, e hanno portato a vivere questa esperienza i candidati sindaci sia di Cesena che di Forlì, sono stati presi i contatti con altre Università limitrofe per riprodurre l’evento e ultimo ma non per importanza il nuovo progetto B.A.R. Barriere Architettoniche e Relazionali, il quale prevede la creazione di uno sportello capace di raccogliere le criticità generate dalle barriere architettoniche.
Io come volontario AISM e YOUNG non posso che fare i complimenti a questi ragazzi e dare la nostra disponibilità nell’appoggiare le loro iniziative, come noi Gruppo YOUNG possiamo contare su di loro.
Un vecchio detto recita “Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e chi sale” e chi sta fermo aggiungo io, a meno che non ci si metta una bella rampa.