Sono state settimane un po’ complicate. Cercare casa non è la cosa più semplice del mondo… soprattutto quando vivi in una città piena di storia, di scale e di ripide salite. Quando trovi la doccia non c’è l’ascensore, quando trovi l’ascensore c’è anche la vasca da bagno (che diciamolo, un po’ scomoda lo è per tutti!), quando trovi entrambe… beh prima di arrivare all’ascensore ci sono minimo quei venti gradini di 30 cm ciascuno.
Queste settimane di assenza dal blog sono state caratterizzate da continue telefonate da parte di mille agenzie immobiliari, da tour frenetici per tutta la città, da momenti di sconforto passati sui gradini di una chiesa dopo aver scoperto che l’annuncio per il quale avevi il telefono in mano era un bellissimo appartamento ristrutturato… al quinto piano senza ascensore.
Ma se perseveri… alla fine ce la fai. Dopo oltre un mese di ricerche frenetiche io e la mia compagna di mille avventure abbiamo finalmente trovato il nostro appartamento. Piccolo, raccolto, centrale, con l’ascensore e le scale. Le scale? Mio padre dice sempre che i gradini creano un po’ di movimento… infatti casa nostra ne è piena e mia mamma li adorna con delle simpatiche piante grasse. Forse il loro è un messaggio subliminale?! Non lo so, ma di sicuro i genovesi di un tempo avevano gli stessi gusti di mio papà. La fortuna sta nel fatto che dall’ascensore alla porta di casa posso scendere anziché salire. Purtroppo la casa perfetta è impossibile da trovare e allora bisogna cercare le giuste strategie e la necessaria ironia per affrontare i piccoli drammi quotidiani.
Quella appena trascorsa è stata la prima notte ufficiale nella nuova casetta: un nuovo ambiente, dei nuovi mobili, dei nuovi vicini, un nuovo quartiere e tanti, tanti scatoloni da risistemare in questo nuovo piccolo universo. Tirando fuori oggetti, foto e vestiti, ti rendi conto del tempo che è trascorso, delle esperienze che hai fatto e delle difficoltà che hai superato. Sono ormai otto anni che vivo lontano da quel piccolo paesino in provincia di Lecce in cui sono nata e cresciuta e sono sette anni che giro l’Italia e trasloco in compagnia della mia spasticità.
In questi otto anni da fuori sede ho fatto ben 9 traslochi e tutte le volte ho sfruttato questi momenti per voltarmi indietro, per vedere quanta strada avevo percorso e la persona che ero diventata. Il trasloco in questa nuova casa è l’ennesimo check in cui mi scopro cresciuta nel fisico e più matura di quella ragazzina di diciotto anni che ha preso il treno per andare a studiare nella capitale. Negli ultimi sette anni la mia vita è cambiata tanto, troppo e non sempre è stato semplice. I momenti bui sono stati tanti e spesso devastanti, ma ne sono uscita sempre rafforzata e più consapevole di chi sono e di cosa voglio. Un trasloco è sempre un nuovo inizio ed io sono davvero felice. Continuo a vivere un periodo di grandi cambiamenti positivi, che mi riempiono il cuore di gioia e allo stesso tempo mi scombussolano un po’, ma in fondo questo senso di nausea, tipica dell’agitazione, un po’ mi piace.
Come vi ho detto nei miei ultimi post, finalmente sto vivendo la mia rinascita e mi piace raccontarvelo perché credo che, al di là delle differenze che caratterizzano le nostre storie personali, la positività e l’energia che ognuno di noi può trasmettere in questo spazio virtuale, in cui si parla con grande sincerità, possa essere contagiosa!